Esistono fobie, quante ne può inventare l’uomo.
Prof. Giorgio Nardone
La monofobia, o fobia specifica, è una paura e/o repulsione persistente e irrazionale su uno specifico oggetto, attività, animale o situazione, che può, nei casi più gravi, limitare l’autonomia del soggetto.
Le persone colpite da queste fobie cercano di evitare il contatto diretto con gli oggetti o le situazioni che comportano queste paure, e, nei casi più gravi, il contatto anche con eventuali loro rappresentazioni mentali o fisiche.
Qualunque cosa può diventare oggetto di fobia ma si riscontrano forme di paura ricorrenti quali zoofobie (paura degli animali), acrofobia (paura dell’altezza), agorafobia (paura degli spazi aperti e chiusi) o fobia sociale (paura di stare tra le persone).
È importante fare una differenziazione tra le fobie legate ad un oggetto e una condizione specifica e le fobie situazionali/ relazionali poiché quest’ultime tendono a diventare fobie generalizzate essendo relative a situazioni di vita molto comuni.
Le fobie generalizzate conducono la persona ad evitare sempre più situazioni di vita che la spaventano e a trovarsi costretta a chiedere aiuto in maniera più o meno esplicita per non rimanere sola davanti a situazioni potenzialmente pericolose.
Nelle fobie generalizzate il soggetto non ha più bisogno di stimoli esterni per avere paura, poiché è la stessa percezione di realtà che diviene pericolosa e minacciosa.
Fobie trattate
Zoofobie – Paura degli animali: paura dei gatti, topi, serpenti, cani, piccioni, etc.
Nosofobie – Paura delle malattie: fanno parte di questa categoria tutte le fobie legate alla sfera ipocondriaca come la cardiofobia, la carcinofobia, paura di esami medici specialistici, paura di interventi odontoiatrici, etc.
Psicopatofobia – Paura di impazzire o di svilupare una malattia psichiatrica: Paura di perdere il controllo o di lasciarsi andare
Glossofobia – Paura di parlare in pubblico: paura di parlare davanti ad un pubblico o in una riunione o di esporsi con una propria opinione davanti a molte persone
Rupofobia – Paura del contagio: paura di essere contagiati da virus, escrementi, siringhe, etc.
Fobie di catastrofi naturali: Paura del terremoto, delle alluvioni, dei fulmini, degli incidenti, etc.
Fobia sociale: paura di comportarsi in maniera imbarazzante o umiliante, paura di subire il giudizio altrui, etc.
Agorafobia: Paura di spazi aperti o chiusi, paura di luoghi troppo affollati, etc
Dismorfofobia: Paura del proprio aspetto fisico o di una singola parte di esso
Amaxofobia: Paura di guidare o di prendere un mezzo di trasporto
Altre Fobie tipiche: paura di amare, paura di vomitare, paura di invecchiare, paura di rubare, paura dell’altezza, etc.
Fobie atipiche: paura degli angoli, paura dei buchi, paura delle posate, etc.
Approcci Terapeutici
Terapia Breve Strategica
La terapia breve strategica è un modello di intervento clinico con obiettivo la risoluzione di problemi complicati, attraverso strategie mirate e tecniche apparentemente semplici. Il centro della terapia è su come funziona il problema.
Conoscere un problema attraverso la sua soluzione ci pone nella condizione di non dover ricercare le cause che hanno portato al crearsi del problema nel passato, ma di scoprirlo nel presente, introducendo piccoli cambiamenti.
L’obiettivo primario della terapia strategica è interrompere le tentate soluzioni messe in atto dalla persona per cercare di risolvere il proprio problema, ma che lo hanno portato poi a complicarsi, introducendo nuovi modelli di comportamento.
La terapia Breve Strategica con rigore e creatività, attraverso un processo di diagnosi-intervento, diversamente dalla diagnosi classica, rendendo la prima seduta una seduta già operativa.
Terapia Cognitivo Comportamentale
La psicoterapia cognitiva e comportamentale è un approccio psicoterapico che ha come caratteristiche principali la collaborazione paritaria tra paziente e terapeuta, la durata medio-breve delle terapie ed il focus sul presente.
In quest’ottica il disagio emotivo è visto come una complessa rete di pensieri, emozioni e comportamenti. Le nostre emozioni sono influenzate indirettamente dagli eventi, infatti sono i pensieri che facciamo su di essi ed i comportamenti che facciamo di conseguenza che determinano intensità e durata delle emozioni che stiamo provando.
Tutti noi abbiamo modalità abituali di pensiero e di comportamento che possono produrre disagio e sofferenza in alcune situazioni; questi schemi disfunzionali, spesso poco consapevoli ed abbastanza automatici, sono il bersaglio della psicoterapia cognitiva comportamentale.
Una volta individuatili, terapeuta e paziente procederanno a modificarli con varie tecniche e metodologie, con lo scopo di ottenere maggiore libertà e benessere per il paziente stesso.